Un libro per ogni stagione


Che cosa legge un fisioterapista parallelamente all’approfondimento delle tematiche riabilitative?
Quali sono i testi che fanno da trama culturale di riferimento allo sviluppo della consapevolezza del corpo proprio e del corpo altrui?

Dolore, paralisi, disturbo muscoloschelettrico, restano termini vuoti se non sono legati a una persona.

Di recensione in recensione, quello che qui viene proposto è un viaggio culturale attraverso temi apparentemente lontani uno dall’altro, in realtà accomunati dall’investigazione sul nostro essere “corpo”. Saggio dopo saggio, il commento si fa racconto, il racconto della vita.

Indice dei testi presentati:

Il sapore del mondo.

Un’antropologia dei sensi.

David Le Breton

14 x 22, pag. 494

Raffaello Cortina Editore – 2007

 

Percepisco dunque sono – dice Le Breton – e mai come ora la correzione dell’assunto Cartesiano risulta così opportuna, a noi che siamo alla ricerca del nostro essere corpo.

La condizione umana è corporea, i nostri sensi aprono ad un determinato mondo, delimitandolo: la percezione viene educata dall’ambiente a cui apparteniamo e dai dati ancestrali che ci formano. Normalmente il mondo scivola sui sensi, ci si accontenta di una valutazione approssimativa; solo ciò che turba il quadro penetra in modo infimo o essenziale la coscienza.

La vista si proietta nel mondo, gli altri sensi entrano in contatto: già a questo livello la divaricazione tra l’Occidente, prettamente visivo ( una vista ormai ” cinematografica ” ), e le altre culture, originariamente più sinestesiche, si fa evidente.

Abbiamo perso gli altri sensi? Non proprio, ma di certo il primato dell’immagine ci distacca dal reale: non più sguardi che si cercano,desiderosi di far seguire all’abbraccio dello sguardo lo scambio degli odori e degli umori, delle consistenze e dei suoni; ma un guardare che analizza, misura, soppesa, rischiando spesso di perdere l’attimo, meraviglioso, dell’incontro. Inoltre, il primato del vedere diluisce le differenze corporee tra l’uomo e la donna Occidentali che, disinfettati e deodorati, portano a spasso un abito sempre più confezionato per azzerare il loro corpo, originariamente maschile o femminile. 

Questo saggio di Le Breton ha il pregio di presentare i sensi corporei nella loro dimensione culturale, fornendo le coordinate per la comprensione dei popoli con cui sempre più spesso noi Occidentali veniamo in contatto; vista, udito, tatto, olfatto e gusto ( oltre ad una opportuna e ” divertente ” parentesi riguardante il disgusto ) vengono presentati secondo una logica antropologica attenta a far risaltare quanto la presa sul mondo sia assolutamente legata al vissuto di ogni società, per sua stessa natura diversa dalle altre culture in cui si è venuta diversificando l’umanità.

 

 

 

 

 

 

Tatto e linguaggio

il corpo delle parole.

M. Mazzeo

14 x 21, pag. 287

Editori Riuniti – Roma – 2003

 

Entrare in contatto.

Se vivere è muoversi, toccare è vivere.

Marco Mazzeo ha il merito di ri-portare al centro della nostra indagine il tatto, nella sua duplice manifestazione di attività somestesica ( la pelle ) e aptica ( la mano ), guidandoci alla comprensione di quello che, tra le facoltà umane, è sicuramente il senso più dimenticato. 

Stazione eretta e nuovo equilibrio sempre instabile, corpo nudo e sovraesposizione agli stimoli, mani senza compiti percettivi prefissati e capaci di costruire un mondo, ci differenziano dal resto del mondo animale; una nascita precoce seguita da un’infanzia prolungata permettono poi l’apprendimento della vita del piccolo di uomo, capace di integrare tra loro i vari sensi in maniera estremamente efficace. Leggi il resto di questo articolo »

Dal Vangelo di Marco ( 65-70 d.c. ):
E mentre essi mangiavano, preso del pane, benedicendo
lo spezzò, e diede loro e disse: Prendete, questo è il mio corpo.

Dio che si fa corpo, e poi corpo che si spezza per tutti.

Gesto inaudito, che sacralizza il corpo, liberandolo dalla prospettiva tragica del pensiero Ellenistico, dalle spiritualizzazioni impossibili della cultura Indiana, dalla ricerca dell’equilibrio perfetto dei saggi Cinesi, dalla necessità di venire a patti con la natura che emerge dal “ Sud ” e dal “ Nord ”del mondo.
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Strumenti di bordo

Dopo questi primi anni di “viaggio”, è forse opportuno effettuare un bilancio di quanto finora scoperto, per poi ripartire più consapevolmente verso altri mari, ed altri uragani.
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ESSERE UOMINI
C. Risè
12,5 x 19, 127 pag.
Edizioni red! – 2002

Che cosa vuol dire “divenire se stessi”?
Questa è la domanda che ci sta accompagnando nel nostro viaggio culturale teso alla comprensione della corporeità.
Nella recensione precedente, Claudio Risè aveva reso consapevoli noi maschi della necessità di tornare ad attingere alle forze primordiali della natura per ritrovare sé stessi.
Con “Essere uomini”, l’autore dà un senso a questa immersione nel bosco, necessaria per riscoprire il proprio Fallo ( proprio con la maiuscola, a sottolinearne l’importanza ), che nel suo ergersi simboleggia tutto il vissuto dell’uomo.
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IL MASCHIO SELVATICO
C. Risè
12,5 x 19, 166 pag.
Edizioni red! – 2002

Fare esperienza muovendosi.” Con queste parole si concludeva la recensione precedente ( cfr. primavera 2007 ) cogliendo, nella tensione emotiva che trapelava dagli scritti di Roberta De Monticelli e di Alessandro Baricco, l’inquietudine di chi cerca di comprendere la trasformazione del senso del corpo a cui tutti siamo sottoposti, in questo inizio di III millennio.
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L’ORDINE DEL CUORE
R. De Monticelli
14 x 21, 316 pag.
Garzanti Editore – 2004

I BARBARI
A. Baricco
15 x 21, 213 pag.
Fandango Edizioni – 2006

Ci sono libri che sembrano essere stati scritti per poi venir letti assieme ad altri libri, quasi esprimessero gli stessi bisogni, pur nella palese differenza tematica.
Questo mi sembra il destino de “L’ordine del cuore “e de “I barbari “, due saggi apparentemente lontani uno dall’altro ( il tentativo di pervenire ad una teoria del sentimento il primo, un’analisi del modo odierno di fare esperienza il secondo ), accomunati in realtà dallo stesso anelito, la ricerca di un senso della vita.
Il nostro viaggio alla scoperta della corporeità ci ha finalmente condotto ( cfr. “Psiche e Techne”, autunno 2006 ) ad un punto fermo: la necessità, per l’uomo moderno, di approfondire la propria capacità di “sentire “le emozioni, le passioni, i sentimenti che lo abitano, per poter poi, una volta orientata la propria vita in funzione di questa particolare capacità percettiva, gestire al meglio l’ambiente tecnologico da egli stesso prodotto.
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Umberto Galimberti,
Psiche e Techne
14 x 22 – 812 pag.
Feltrinelli – 1999

Corpo diviso in Occidente, corpo abbandonato nel continente Indiano.
Corpo sbilanciato nell’immensa Cina, corpo usato nelle pratiche religiose e salutiste del Sud del mondo.

Il nostro viaggio alla ricerca della comprensione del corpo, iniziato guardando dentro di noi ( cfr. “Il dramma del bambino dotato e la ricerca del vero sé” ) e proseguito nello studio dei sistemi culturali messi a punto dalle varie civiltà del mondo, si trova ora ad un primo punto di svolta.
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LA DANZA DEL VENTRE
M. Kaiblinger-Ickert e L. Schuhbauer
17 x 22, 130 pag.
Edizioni red! – 2005

TANTRA, LA VIA DELL’ESTASI
Elmar e Michaela Zadra
12 x 20, 321 pag.
A. Mondatori Editore – 1997

Occidente, India, Cina, lungo è il viaggio alla ricerca del senso del corpo.
Ma se c’è un sapere corporeo che unisce il mondo intero, questo è sicuramente dato dalla danza, nelle sue innumerevoli espressioni.
Luogo dell’abbandono, momento di liberazione dalla tirannia del pensiero, manifestazione di potenza, la danza rappresenta, nella sua spontaneità, la possibilità data all’essere umano di esprimere sé stesso.
Un piacere profondo traspare da chi danza, e questa passione trascina tutto ciò che sta attorno a divenire partecipe dell’evento.
Per approfondire questi concetti ho scelto due saggi apparentemente molto diversi uno dall’altro.
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SU NU KING
La via della felicità sessuale nella Cina Antica.
commento a cura di Maurice Mussat
17 x 24 – 150 pag.
IPSA Editore – 1991

DAOYIN YANGSHENG GONG
di Zhang Guangde
17 x 24 – 180 pag.
IPSA Editore – 1992

Dopo l’India, la Cina.
Mutano gli orizzonti, cambia la cultura, si modifica il modello corporeo di riferimento.
Se il mondo occidentale è teso a separare la mente dal corpo ( cfr. “autunno 2004” ) e quello Indiano ad oltrepassare il corpo ( cfr. “primavera 2005” ), la cultura Cinese fa della ricerca dell’equilibrio il punto nodale della propria vicenda umana.
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