Articoli marcati con tag ‘donna’

Il Dio delle donne

Luisa Muraro

21×14,5, 165 pag. Mondadori – 2003

 

Tre lezioni sulla differenza sessuale

Luisa Muraro

21×14,5, 153 pag. Orthotes Editore – 2011

 

L’anima del corpo

Contro l’utero in affitto

Luisa Muraro

19×12, 90 pag. La scuola Editrice – 2016

 

Donna è colei che accoglie?

Donna è colei che è passaggio dell’amore, amore essa stessa?

Donna vuol dire essere abitata da quello che di inafferrabile e di incalcolabile è il desiderio femminile, e cioè dall’assenza di un vero oggetto; mancanza di tutto, bisogno di tutto; poter diventare madre e trovarsi così reclamata dalla riconoscenza della vita ricevuta e dalla bisognosità della vita da trasmettere ( … ).  C’è sullo sfondo una domanda smisurata d’amore, votata al fallimento per fare posto ad altro, ossia per dare vita alla vita ( Il Dio delle donne, pag. 88-91 ).

Luisa Muraro, filosofa e femminista, è riuscita con i suoi scritti a portare alla luce il bisogno di infinito che abita ogni donna, il suo sentirsi dea, desiderosa di essere ammirata. Ma la sua ricerca, come quella del movimento femminista, non mi sembra essere approdata ad una rinnovata relazione con il mondo maschile.

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L’uno per uno

elementi di diagnosi differenziale in psicoanalisi.

Franco Lolli

21X14, 205 pag. – poiesis editore 2015

 

” .. la domanda di cura è sempre più assente, evanescente, inespressa, nel senso che a essa si è sostituita una forma inquietante di semplice presentazione del proprio corpo nella stanza d’analisi. Le persone che l’analista riceve arrivano senza alcuna domanda, stordite dalla potenza del loro sintomo ( che, tuttavia, assicura alla loro economia di godimento un equilibrio, problematico ma tutto sommato stabile ), imploranti nel richiedere una soluzione immediata a un problema che non percepiscono come tale ( soluzione che sanno, peraltro, essere disponibile nella forma dello psicofarmaco ). Ci troviamo sempre più frequentemente di fronte ad una presenza muta, affetta da un sintomo che non fa questione – se non agli altri. Non solo non c’è assunzione di responsabilità nei confronti della sofferenza; ma non c’è, nemmeno, assunzione della sofferenza, il volerne far qualcosa ” ( pag. 2 7 ).

Che cosa vuole il paziente del III millennio?

Vuole l’eliminazione del problema. Velocemente. Non desidera interrogarsi sul senso del suo dolore; l’intoppo al procedere della sua esistenza va eliminato, per poter continuare ” come prima “.

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