Articoli marcati con tag ‘inconscio’

L’uno per uno

elementi di diagnosi differenziale in psicoanalisi.

Franco Lolli

21X14, 205 pag. – poiesis editore 2015

 

” .. la domanda di cura è sempre più assente, evanescente, inespressa, nel senso che a essa si è sostituita una forma inquietante di semplice presentazione del proprio corpo nella stanza d’analisi. Le persone che l’analista riceve arrivano senza alcuna domanda, stordite dalla potenza del loro sintomo ( che, tuttavia, assicura alla loro economia di godimento un equilibrio, problematico ma tutto sommato stabile ), imploranti nel richiedere una soluzione immediata a un problema che non percepiscono come tale ( soluzione che sanno, peraltro, essere disponibile nella forma dello psicofarmaco ). Ci troviamo sempre più frequentemente di fronte ad una presenza muta, affetta da un sintomo che non fa questione – se non agli altri. Non solo non c’è assunzione di responsabilità nei confronti della sofferenza; ma non c’è, nemmeno, assunzione della sofferenza, il volerne far qualcosa ” ( pag. 2 7 ).

Che cosa vuole il paziente del III millennio?

Vuole l’eliminazione del problema. Velocemente. Non desidera interrogarsi sul senso del suo dolore; l’intoppo al procedere della sua esistenza va eliminato, per poter continuare ” come prima “.

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E’ più forte di me.

Il concetto di ripetizione in psicoanalisi.

Franco Lolli

21 X 14, 130 pag. – poiesis editore 2012

 

Il padre.

Libertà Dono

Claudio Risè

19 x 13, 190 pag. – edizioni Ares 2013

 

Mi parla con tono basso, lo sguardo spento, il corpo fermo.

“ Non è cambiato niente, ho male come prima .. “ ; ha fatto gli esercizi a casa ( chiedo )?.. no “.

Si ricorda di quello che era successo la settimana scorsa? Eseguendo gli esercizi, qui con me, il dolore era scomparso…

.. non so ..“.

 

E’ seduto di fronte a me, rigido, struttura atletica.

“ Senta un po’, il dolore qui al ginocchio, dopo il suo trattamento era sparito, ma da alcuni giorni è ritornato … “.

Che cosa ha fatto in questi giorni?ma niente, le solite cose … “

Cioè è andato in bicicletta anche se le avevo detto di aspettare?

“ … come faccio a non andarci? Ci vado da sempre! ..

E quanti Km ha percorso?

.. sono partito alle 7.00 e sono ritornato a casa alle 11.00 perchè il ginocchio mi doleva .. “.

Quindi quanti Km?    .. ma, non so, una ottantina .. “

Forse il suo ginocchio le sta dicendo che sta esagerando …

Silenzio.

Poi: “ non vorrà mica che mi fermo! “    … E se provasse a fare delle pause?

Sta scherzando! “

 

Questi due dialoghi sintetizzano quello che spesso è il rapporto che si instaura tra terapista e p/e non appena le esigenze del trattamento in corso presuppongano una modifica della quotidianità del soggetto, anche quando, anzi, sopratutto quando le attività motorie praticate o non praticate siano direttamente responsabili del disagio patito.

Il p/e appare legato a filo doppio a ciò che gli causa il disagio, e non vuole assolutamente modificare il modo in cui vive.

Il mondo che nel tempo egli è riuscito a circoscrivere gli appare l’unico mondo possibile; cambiarlo fa presagire più sofferenza del dolore, magari anche intenso, che in quel dato momento lo attanaglia.

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Habeas corpus

Sei genealogie del corpo occidentale.

Federico Leoni

14,5 x 21, 162 pag. 2008 Bruno Mondadori editore

Il corpo è inconscio.

Osservarne solo un aspetto ( la percezione staccata dal movimento, gli stati d’animo slegati dalla coscienza, ecc. ) è stato il modo, in occidente, di cercare di spiegarne il funzionamento, ed il modello del corpo-automa controllato da un cervello-computer e dotato di una fantomatica anima-psichica è solo l’ultimo ( e parziale ) risultato di questo incessante lavoro di cesellatura.

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L’uomo senza inconscio.

Massimo Recalcati

14 x 23, pag. 336 – Raffaello Cortina Editore 2010

 

Inconscio.

Esperienza non simboleggiata e quindi non ancora ricordo; rimosso, ritorna nelle manifestazioni corporee più strane, facendo inciampare la nostra coscienza nel gesto mancato, nel lapsus, nel sogno. Inconscio come linguaggio ” altro “.

Ma anche pulsione irrefrenabile al godimento, alla dissipazione di sè fino a morirne, inconscio come tendenza all’infinito che necessita di argini per poter produrre il desiderio, quella spinta a cercare ciò che è altro da sè che ci rende propriamente umani.

Esperienza, relazione, spinta.

L’inconscio è un gesto. L’inconscio è corpo. Leggi il resto di questo articolo »

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